L'Italia deferita alla Corte di Giustizia europea per abuso di contratti a termine
Qualche giorno fa la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia per non avere recepito correttamente la direttiva 1999/70/CE, che prevede la tutela dei lavoratori precari, la parità di trattamento dei lavoratori a tempo determinato e la creazione di un quadro per evitare gli abusi derivanti dall’uso reiterato dei contratti a termine.
La disparità di trattamento tra personale di ruolo e personale precario
Secondo Bruxelles l’Italia non avrebbe ottemperato nessuna delle due condizioni, permanendo disparità salariali e contrattuali tra docenti a tempo determinato e docenti precari: a questi ultimi, infatti, non è riconosciuta - se non con sentenza – la carta docente per acquisti relativi alla formazione. Non sono previste inoltre le stesse tutele dei docenti di ruolo concernenti la malattia, i permessi e scatti salariali.
L'abuso di contratti a termine
Inoltre, contrariamente al diritto europeo, l’Italia non ha adottato misure efficaci per prevenire l’abuso di contratti a termine, sia per quanto riguarda il personale docente sia per quanto riguarda il personale ATA (custodi, tecnici e personale amministrativo).
La risposta del Ministero
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha ‘preso atto’ della decisione e ha dichiarato che la responsabilità di tale situazione è dei precedenti governi. Ha altresì dichiarato la volontà dell'attuale esecutivo di migliorare le condizioni del lavoro precario nel nostro paese.
L'intervento dell'Europa
I precari nella scuola sono veramente troppi: circa 250 mila secondo le organizzazioni sindacali.
Nel 2019 la Commissione europea aveva inviato la procedura di infrazione con una lettera di Costituzione in mora; ha poi inviato una successiva lettera nel 2020 e un parere motivato nel 2023, fino alla più recente decisione di deferire il belpaese alla Corte di giustizia europea.
L’Italia, infatti, non avrebbe risposto in maniera esaustiva alle osservazioni dell’UE, non prevedendo sufficienti misure per il contrasto al precariato.